La matematica contro le disuguaglianze

Siamo nel pieno della pausa estiva che per tantissime famiglie (e soprattutto per le mamme che lavorano) significa un gioco a incastri – tra centri estivi, permessi dal lavoro e nonni, chi li ha. E una spesa consistente per i bilanci familiari. 

Tre mesi sono troppi per i genitori, ma anche per i bambini. Uno stop così lungo è deleterio per le loro curve di apprendimento, può minare il percorso di crescita e acuire lacune accumulate durante l’anno. All’opposto, alcune settimane di lezioni in più potrebbero essere determinanti nel rafforzare o completare competenze acquisite nei mesi precedenti. 

Lo conferma la rete Eurydice (Commissione europea): insieme alla qualità dell’istruzione, un maggior numero di ore da dedicare allo studio di una disciplina può aumentare l’interesse di uno studente per quella materia e avere effetti positivi sul rendimento. Specialmente quando l’aumento è accompagnato da altre misure di supporto dirette in particolare a studenti svantaggiati. 

Coscienti di questi limiti e rischi – come Cielo Itinerante abbiamo voluto rilanciare l’impegno nell’appianare il divario sociale del nostro Paese che non riguarda più solo l’accesso all’istruzione superiore, ma una profonda differenza già dalle scuole dell’obbligo. Grazie alla collaborazione con l’università di Stanford, organizziamo sei campi estivi durante i quali i nostri trainer insegnano la matematica usando il metodo YouCubed, creato nell’università statunitense dalla prof.ssa Jo Boaler, che prevede la creatività, il confronto e l’incoraggiamento costante e la collaborazione.

La matematica contro le disuguaglianze

Tra le STEM la matematica è riconosciuta come il linguaggio più abilitante per il futuro. È anche però quella abbandonata precocemente perché considerata troppo difficile, insegnata in modo poco chiaro o coinvolgente e di cui si fatica a intuire le utilità pratiche nella vita di tutti i giorni. 

Esiste un momento di rottura che fa perdere interesse per i numeri. Secondo la professoressa Boaler, “è falsa – anche se molto diffusa – la credenza per cui uno ha una mente matematica e uno no. Io sono qui per dirvi che questo non è vero”. L’uso di metodi alternativi rompe quindi il ciclo vizioso tra frustrazione e abbandono, e risulta particolarmente efficace nelle situazioni di disagio perché lavora per cambiare anche l’approccio degli adulti, che siano gli insegnanti o i genitori.

Il metodo YouCubed ci ha convinto da subito proprio per come punta sulla valorizzazione delle capacità degli studenti e trasmette loro sicurezza (un insegnamento cruciale quanto le formule) aiutandoli a credere nelle proprie possibilità e nel valore della collaborazione. Unito all’osservazione delle stelle, il cuore della nostra attività in giro per l’Italia, ci permette di offrire alternative di visione e abituare i ragazzi ad allenare la curiosità. Stare in silenzio, guardando le luci delle stelle, riempie di meraviglia e aiuta ad apprezzare la grande bellezza a disposizione di tutti e alla portata di sguardo. Aiuta efficacemente anche a spostare gli occhi da dispositivi elettronici a cui troppo spesso per comodità i ragazzi si affidano per passare il tempo.

Stereotipi da eliminare e le opportunità dell’inclusione

Sembra un azzardo immaginare di organizzare settimane estive attorno all’insegnamento della matematica a bambini delle aree dai più alti tassi di abbandono scolastico. Una follia. Eppure, già i primi risultati ci confermano: è un azzardo che funziona. 

In una visione economica allargata, preparare nuove generazioni a scenari di sviluppo futuro, estende il bacino di professionisti a cui affidarsi. In una prospettiva di diversity, permette migliore innovazione, promuove condizioni di crescita e team più efficienti sul lungo termine. Volendo fare un ulteriore salto concettuale, quindi, è forte il legame tra l’insegnamento di STEM e matematica e le questioni di pari opportunità.

Si tratta di anelli della stessa catena che possono influenzare in modo chiaro e quantificabile lo sviluppo del Paese e il successo delle sue imprese. E plasmare una società più stabile oltre che equa. Oggi, nell’offrire soluzioni, ci si concentra più sul tema della (de)natalità, per quanto centrale e importantissimo. Ma poi si fatica nel passaggio alla pianificazione di una migliore occupazione femminile. Anche in una prospettiva di bilanciamento dei ruoli. Intervenire dove il bisogno è maggiore e sulle ragazze in particolare, può allora davvero scardinare percorsi di abbandono che si credono inevitabili.

Da qui in poi 

Nonostante negli ultimi anni siano sempre di più le laureate, il mercato del lavoro continua a relegare le professioniste a ruoli secondari. Lo segnala la Banca d’Italia rilanciando l’allarme per il nostro Paese: “il tasso di partecipazione femminile [è] inferiore di quasi 13 punti percentuali rispetto alla media Ue. Al di sotto di quel 60 per cento indicato come obiettivo da raggiungere entro il 2010 dall’Agenda di Lisbona e dei traguardi impliciti nell’Agenda Europa 2020″.

Inoltre, attorno alle disuguaglianze che si acuiscono sempre di più già dai banchi di scuola resta un silenzio preoccupante. Il sistema non risponde alla necessità di innovare per includere, nonostante sia chiaro quanto sia efficace usare punti di vista nuovi, linguaggi più adeguati e role model che invitino con il loro esempio ad alzare lo sguardo oltre la situazione contingente. 

Noi lo sperimentiamo ogni volta che la nostra madrina, Samantha Cristoforetti, incontra i ragazzi. L’ultima volta, solo qualche giorno fa, a Napoli all’apertura di “Operazione Cielo” alla Casa di Vetro.

Il suo esempio conferma come si possa instillare la scintilla necessaria per puntare lo sguardo “al cielo”. Qui il link all’articolo del Sole 24 Ore che ne ha fatto un racconto bellissimo e dettagliato.

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