I nuovi equilibri: RCEP e Pari opportunità
Qualche giorno fa avevo preparato il mio consueto aggiornamento sulle attività in cui sono impegnata, che era principalmente incentrato sulle tematiche di parità di genere, in quanto ci sono stati parecchi eventi e altrettante discussioni specialmente sulla allocazione delle risorse del Next Generation EU. Nel frattempo però è stato firmato il RCEP (Regional Comprehensive Economic Partnership), l’accordo commerciale più ampio mai stipulato, e non potevo non dare il giusto spazio a questa notizia, che rappresenta per me uno degli eventi più importanti per la ridefinizione delle dinamiche globali.
Il nuovo accordo, siglato tra i 10 Paesi membri di ASEAN, Australia, Nuova Zelanda, Giappone, Sud Corea e Cina, traccia un nuovo percorso nell’evoluzione dei rapporti commerciali. Il RCEP infatti coinvolge il 30% della popolazione globale e fa da apripista per nuovi modelli di commercio internazionale, definendo una nuova possibilità di dialogo all’interno di Stati tanto diversi tra loro, ma che hanno deciso di cooperare nella definizione di regole comuni. È una notizia che ha un elemento di massimo interesse anche per l’Europa, champion da sempre del multilateralismo, perché il messaggio di fondo che viene lanciato è: la cooperazione e non l’ostilità di uno Stato contro l’altro è il modo per affrontare le grandi sfide. Data l’importanza di questo accordo, con l’Associazione Italia-ASEAN abbiamo organizzato un approfondimento per iniziare a valutarne le implicazioni, specificamente per il sistema Italia. L’incontro online “RCEP: cosa cambia per la regione dell’Indo-Pacifico e per il Sistema Italia” che ho moderato si è tenuto il 24 novembre.
Sempre più donne ai vertici. Ma, di contro, aumenta anche la violenza di genere
Da mesi abbiamo rimesso in discussione tutti i parametri che guidavano le nostre vite. Questo ha comportato anche una grande minaccia alle conquiste in tema di pari opportunità, come ho sottolineato ancora una volta durante l’evento AREL “Next generation EU e pari opportunità”.
Allo stesso tempo però si confermano tendenze che solo un anno fa erano trattate più come esempi quasi sporadici e casuali, ma che invece oggi testimoniano il radicarsi di una nuova attitudine verso modelli di leadership più inclusivi. Dalla elezione della prima vice presidente donna negli Stati Uniti, alle nomine di due rettrici in due prestigiosi atenei italiani le donne sono presenti con più capillarità in posizioni di vertice grazie al loro talento, determinazione e capacità.
In una situazione che si dimostra in evoluzione, non posso però dimenticare di ribadire quanto però la cultura generale sembra ancora restia ad accettare profondamente il cambiamento.
I limiti imposti dal lockdown e una sempre maggiore instabilità specialmente in alcuni settori, ha portato al moltiplicarsi dei casi di violenza contro le donne. Ecco allora che è importante continuare a tenere acceso il dibattito in particolare oggi, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. In merito ho trovato interessante l’articolo pubblicato da Il Sole 24 Ore che mette i numeri in chiaro: non possiamo stare in silenzio!
L’altro dominio: quello dei soldi, Il Sole 24 Ore LAB