Stereotipi di genere già nei libri delle elementari

Questa estate la pausa estiva è sembrata più lunga, forse perché più intensa.

Abbiamo in molti casi potuto riabbracciare amici e familiari che avevamo visto magari solo attraverso degli schermi. Abbiamo avuto l’opportunità di passare delle settimane con un po’ più di speranza e serenità anche grazie all’avanzamento della campagna vaccinale, dei nuovi studi e dell’evolvere della pandemia.

Cosciente di questa atmosfera, avrei voluto riprendere a scrivere qui con i racconti delle tante belle esperienze che ho vissuto in questo periodo e dei progetti interessanti su cui sto lavorando, in modo particolare il tour estivo de Il Cielo Itinerante, che ha come missione l’avvicinamento di bambine e bambini alla curiosità per il sapere, specialmente scientifico e tecnologico.

Mi sento in dovere però di ripartire raccontando un aneddoto personale che riassume la situazione in Italia sul tema della pari opportunità proprio a partire dalle bambine e dei bambini.

Aprendo il nuovo libro per la quarta elementare, mia figlia davanti all’immagine illustrativa di cosa siano gli storici ha commentato: ma sono tutti uomini!

(Qui i miei post su Linkedin e Twitter).

In estrema sintesi, per raffigurare la scienza si usa l’immagine di soli uomini, nel 2021, con tutto quello che si è detto e fatto! Pure con una lista sempre più lunga di esempi eccellenti che raccontano una altra storia.

Sappiamo bene che potenza abbiano le rappresentazioni: possono modificare i comportamenti e modellare le aspettative personali. Perpetrarne alcune ormai anacronistiche porta la società all’accettazione di stereotipi inaccettabili.

Abbiamo tanti modelli meravigliosi di professioniste cui le bambine possono ispirarsi.

Due (anzi tre) su tutti: Samantha Cristoforetti, in partenza per la missione spaziale con il grado di Capitano della ISS e Bebe Vio, reduce dalla medaglia d’oro alle ParaOlimpiadi di Tokyo e invitata, come simbolo di coraggio e determinazione, al Parlamento Europeo dalla presidente (un’altra donna eccezionale) della Commissione Ursula von der Leyen.

Credo che un’attenzione da parte di tutti sull’impostazione di certi esempi dei libri di testo per le scuole sia fondamentale: ciascuno può fare la propria parte segnalando dove vengano perpetrate queste situazioni, facendo pressione nei modi possibili, sostenendo le proposte di legge (come quella presentata in Parlamento da Alessandro Fusacchia ma ancora non discussa). O interpellando direttamente gli editori. Il coinvolgimento delle case editrici e degli autori o autrici è essenziale.

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