Le donne nei Parlamenti nazionali: Europa e Paesi ASEAN a confronto
La parità di genere mai come in questa fase sta diventando un tema da prima pagina.
Anche se sono soprattutto i numeri impressionanti e le riflessioni relative ai rischi e alle sfide che si aprono – prima tra tutte la concreta possibilità di fare grandi salti indietro rispetto alle conquiste recenti – a essere messe sotto la lente di ingrandimento, ci sono anche esperienze positive che stanno uscendo dalla semplice “curiosità” o “prima volta” per diventare esempi e modelli possibili di risposta alle preoccupazioni per la condizione femminile in tutto il mondo.
A fronte di queste convinzione diventa cruciale, e in tempi di pandemia ancora di più, guardare alla partecipazione attiva delle donne nelle scelte politiche, in tutto il mondo.
A guardare le percentuali ci si accorge, non solo e non tanto che la parità resta ancora lontana un po’ d’ovunque ma che aree del mondo tanto diverse e lontane quanto oggi in relazione sempre più stretta, mostrano tendenze simili. E che spesso i risultati migliori e intervenuti più drasticamente si sono ottenuti grazie a forzature normative, come è successo in Italia (non solo al parlamento, ma a partire dalla discussissima legge per le quote nei cda delle società quotate e partecipate) e prima in Francia con l’introduzione di correttivi che permettessero a più donne non solo di candidarsi ma anche di essere elette. In definitiva per quanto non siano un fine, questo tipi di interventi hanno rappresentato un indubbio acceleratore di cambiamenti che altrimenti avrebbero impiegato molto molto più tempo per realizzarsi.
La situazione nei parlamenti dell’Unione Europea
Nonostante sia un tema di cui si parla da anni estensivamente e un po’ in tutto il continente, la parità di rappresentanza rimane un traguardo ancora lontano da raggiungere quasi ovunque in Europa. Tra gli stati membri, l’unico Paese che può vantare di avere quasi raggiunto un abbattimento delle barriere di genere, a partire dalla composizione del suo parlamento, è la Svezia. Qui la rappresentanza femminile è pari al 47.3%. Percentuale che colloca il Paese al 5° posto nella classifica mondiale per la presenza femminile all’interno delle Camere principali del Parlamento e al primo in Europa. Nell’indice del “vecchio continente”, al secondo posto si colloca la Finlandia seguita poi dalla Spagna, rispettivamente al 41.5% e 41.1%.
L’Italia è 8a, con il 35.7% di donne elette. Si tratta per il nostro Paese di un dato importante e che deve essere colto come un’opportunità nel percorso verso la riduzione del gender gap in tema di partecipazione femminile nelle istituzioni, ma proprio anche per come è stato raggiunto cioè grazie all’introduzione di correttivi. Senza di questi purtroppo i numeri non sarebbero cambiati così rapidamente (di questo ho parlato in modo più approfondito nel mio articolo per il numero attuale della rivista AREL).
La situazione nei parlamenti dei paesi ASEAN
Per come hanno risposto alla crisi attuale, per la vivacità che stanno dimostrando e, pur coscienti delle grandi differenze esistenti, per come si tratti di una unione di paesi emergenti e quindi tendenzialmente, per certi aspetti, un po’ più restii a cambiamenti drastici, è importante e interessante guardare al sud est Asiatico. L’ASEAN è un’area in costante sviluppo, sia economico che sociale, tuttavia pur conoscendo situazioni molto diverse all’interno dei suoi stati membri, deve migliorare un po’ ovunque in termini di uguaglianza di genere . La porzione di rappresentanza femminile è maggiore nelle Filippine con il 29.5%, mentre necessita una maggiore sensibilizzazione in Brunei e Thailandia, nazioni che registrano valori molto bassi, rispettivamente, il 9.1% e 5.4%.
UE e ASEAN: storie diverse ma obiettivi comuni
Nonostante la distanza geografica tra le due regioni, il tema di parità è in realtà comune. Nella sempre più fitta e approfondita relazione tra le due, potrebbe essere utile considerare dei percorsi in qualche modo comuni, e soprattutto per un argomento che ha ripercussioni universali – almeno e nello specifico in materia di abbattimento delle disuguaglianze nella partecipazione femminile alle decisioni politiche dei Paesi. I dati dimostrano che la situazione registrata nei paesi membri ASEAN non sono poi così distanti da quelli dell’Unione europea: le Filiippine per esempio, mostrano livelli di rappresentanza femminile equiparabile a quelli tedeschi (30.9%). Il Laos (27.5%) e il Vietnam (26.7%) superano addirittura realtà europee come il Lussemburgo (25%) e l’Irlanda (22.2%), che dimostrano percentuali simili a Singapore, dove la percentuale rappresentanza femminile in parlamento è pari al 23%. Questi numeri lasciano intendere, ma anche sperare, che le due regioni possano collaborare al fine di colmare insieme il divario di genere.